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Il disastro arriva con la bella stagione. Il pensiero di Exhibo.

ExhiboRecensioni Il disastro arriva con la bella stagione. Il pensiero di Exhibo.

Il disastro arriva con la bella stagione. Il pensiero di Exhibo.

in pubblicazione su Millecanali, tutti i diritti riservati.

Qual è il quadro generale di chi deve lavorare coi radiomicrofoni inseriti nel nuovo contesto dell’era e delle trasmissioni tutte digitali? Cosa sta succedendo nelle aree che sono già passate alle trasmissioni in digitale terrestre? Ecco il parere di Bruno Lunati Responsabile Ricerca e Sviluppo di Exhibo SPA.  

Sono già passati alcuni mesi e proprio da quelle zone dove i trasmettitori analogici si sono spenti il fonico che ha dovuto operare riprese audio con radiomicrofoni può riportarci la sua significativa esperienza. Partendo da queste esperienze concrete derivate dalle esperienze fatte nelle zone di Torino, Roma e Napoli, la prima considerazione da fare è che la maggior parte dei canali televisivi che in generale venivano utilizzati in analogico sono stati tramutati in digitale e assegnati completamente a chi necessitava spazi trasmissivi.
In pratica, tutta la banda UHF che in teoria doveva essere in qualche modo ridotta in termini di utilizzo, nella realtà dei fatti è stata ri-occupata di nuovo e per intero dai canali digitali a diffusione nazionale, (RAI, Mediaset, La7, etc., etc.) e in più, localmente, i canali “avanzati” sono stati assegnati alle televisioni locali private che ne fanno richiesta, lasciandone libero solo uno dedicato alle future televisioni su protocolli telefonici tipo DVBH.
Di fatto, quindi, in queste zone importanti dove è già avvenuto il tanto atteso passaggio al digitale succede che di canali liberi non ce ne sono più. La reazione più tipica a questo punto di solito è: “ beh tanto di canali liberi non ce n’erano nemmeno prima!
Quindi cosa è cambiato? ” La risposta secondo “fonti autorevoli” è che in realtà è cambiato molto perché prima coi canali analogici esisteva la concreta possibilità teorico-pratica di poter lavorare coi radiomicrofoni all’interno del canale occupato dal canale televisivo analogico.
Cioè, per come era strutturato il canale analogico, al suo interno si trovavano delle zone differenziate da quello che era il contenuto energetico del segnale trasmesso. Proprio all’interno di quello stesso canale televisivo si potevano trovare degli “spazi” dove un radio microfono poteva inserirsi per operare approfittando del contenuto energetico di quel canale molto basso o sufficientemente basso da permettere la trasmissione.
Bastava quindi visualizzare il canale televisivo con un analizzatore ed espandere lo spettro fino a individuare le zone del canale televisivo da 8 MhZ dove c’erano i picchi e poi identificare quelle zone dove il segnale era molto più rarefatto e quindi posizionarsi con le trasmissioni dei radiomicrofoni proprio in tali zone più tranquille e così operare con sufficiente margine di tranquillità.
Infatti se facciamo un passo indietro, il problema tipico degli apparati a bassa emissione in radiofrequenza come i radiomicrofoni è quello non certo di disturbare ma piuttosto di essere disturbati da emissioni di altri, infatti i primi hanno potenze di emissione in ordine di grandezza di qualche milliWatt mentre evidentemente i trasmettitori televisivi in postazione lavorano su potenze di decine e centinaia, di kiloWatt: quindi è ben difficile che un radiomicrofono possa “disturbare” ma è facilissimo che sia disturbato.

Tornando quindi alla nostra configurazione orografica tipica, dove di fatto tutti i canali digitali sono occupati, l’effettiva possibilità di andare a inserirsi nelle zone a basso contenuto energetico come si faceva prima, in pratica svanisce.
Questo avviene in realtà perché il singolo canale digitale, che in gergo viene normalmente definito Mux, è -se visto in dettaglio- composto da una serie di portanti (oltre 8000) molto ravvicinate. Infatti se torniamo alla visualizzazione sull’analizzatore di spettro, non lo vedremo più come un segnale che ha un andamento variabile a seconda della frequenza ma come una “specie di panettone” rettangolare che impacchetta tutte le frequenze una vicino all’altra e che di fatto occupano tutto lo spettro.
Si tratta di una soluzione intelligente per la finalità per cui è stata concepita ma che al tempo stesso si rivela molto problematica per chiunque voglia tentare di utilizzare questo stesso spazio -per esempio con un radiomicrofono. Quindi, in soldoni, succede che se “on the air” ci troviamo in una situazione del genere l’operatività di altri apparati radio proprio come i radio microfoni diventa pressoché impossibile, per grande gioia del fonico!

Questa premessa o previsione pessimistica -o realistica che dir si voglia- è in realtà suffragata dai dati colti dal vero nelle zone citate: nelle aree coperte dai nuovi trasmettitori in digitale terrestre è diventato impossibile operare coi radiomicrofoni perché i tantissimi canali che prima erano disponibili ora non lo sono più e dovunque si cerchi di posizionarsi con la trasmissione del radiomicrofono, comunque qualche altro segnale interferisce. E se non ci credete fate voi stessi una prova a Napoli, Torino o Roma!
L’unica evidente possibilità in tali aree è di posizionarsi dove i segnali sono più bassi tenendo in debita considerazione dove sono posizionati i grandi trasmettitori fissi che soprattutto nelle aree urbane sono diversi, con differenti punti di irradiazione.
In pratica, se ci si trova ad operare in prossimità di segnali forti la problematica è grave, se invece i segnali ci giungono da una distanza maggiore e sono così più deboli, o si è protetti in qualche misura da “strutture architettoniche” o naturali, la “convivenza” diviene più semplice.

La conseguenza di queste considerazioni e che tutte le operazioni di ripresa microfonica con apparati via radio che si effettuano oggi “al chiuso”, cioè in teatri di posa, studi televisivi e via, sono ancora ancora accettabili da un punto di vista tecnico. In pratica, anche se il sistema radiomicrofonico viene inequivocabilmente disturbato, riesce tuttavia a coprire i segnali spurii grazie alla qualità e soprattutto alla potenza propria perché il suo segnale risulta più potente di quello che disturba.
In pratica non stiamo sfruttando affatto le caratteristiche di sensibilità del ricevitore che potrebbe, per esempio già funzionare bene con un segnale da 1 microVolt mentre siamo obbligati a inviargliene 12 per cancellare il segnale disturbante da 10 microVolt. In altre parole, certe doti positive che hanno certi ricevitori non servono più a nulla in un simile panorama dove si cerca di tamponare nei confronti delle nuove problematiche.
In quest’ottica il mercato degli utenti di radiomicrofoni fino a ora ha reagito con sdegno e arrabbiature prima di tutto per la mancanza di tutela da parte della legge dato che il Ministero dello Sviluppo Economico non ha riservato almeno uno o due canali liberi per chi deve lavorare in quest’ottica. In effetti il legislatore si è limitato a distribuire le frequenze a quanti ne hanno fatto richiesta e malgrado la sensazione iniziale secondo cui le emittenti private sembravano doversi accordare per realizzare assieme un fascio di molti canali tv nello stesso mux, alla fine ogni editore ha cercato di assicurarsi non un canale singolo ma un mux intero da 8 MhZ su cui inserire diversi canali o 4-5 segnali televisivi, inventandosi di tutto, dalle televendite ai servizi speciali, pay e via dicendo.
Tutt’altra condizione risulterà invece quando tra non molto ci si troverà a lavorare all’aperto, quando la stagione lo consentirà, dove la localizzazione di ogni singola location di ripresa dovrà fare davvero i conti con la pletora di trasmettitori esistenti e operativi in aree adiacenti.

Il parere attuale dei fonici di settore è di comune sconforto e l’idea comune -se non l’appello- è che qualcuno si decida almeno a considerare tutto ciò un problema, aspetto che fino ad adesso non si è verificato.
Da parte sua Bruno Lunati Responsabile Ricerca e Sviluppo di Exhibo SPA, noto distributore di Sennheiser, uno dei più celebrati marchi di radio microfoni a livello mondiale, si è “mosso per smuovere” tale empasse, percorrendo diverse strade, bussando di persona senza successo e più volte al Ministero dello Sviluppo Economico, e con un accordo informale con RaiWay e atri, cercando di organizzare un tavolo di discussione per sensibilizzare chi di dovere … anche se la strada per otten
ere qualcosa appare ancora piuttosto “long and winding”, per dirla coi Beatles.
“La cosa buffa”, sottolinea uno sconsolato Bruno Lunati, “è che con l’arrivo della bella stagione, quando queste considerazioni diverranno evidenti per tutti e ancor più di attualità, ci saranno molti sul mercato che pretenderanno delle risposte da quei costruttori e distributori di questi radiomicrofoni che a loro volta sottolineano la quasi impossibilità ad operare in alcune situazioni.
“In pratica la generazione di apparati radiomicrofonici che deve combattere la guerra delle trasmissioni disturbate dall’era del digitale deve garantire la possibilità di “saper giocare” sulle frequenze operative e disporre di finestre molto ampie come la serie 2000 di Sennheiser: modelli che dispongono di cinque finestre di frequenze utilizzabili di fino a 75 mHz e potenze d’uscita regolabili e molti plus tecnologici.
“Dai prossimi mesi Exhibo potrà anche “tamponare” proponendo anche i nuovi radiomicrofoni della specialista Sennheiser, come le serie 3000 e 5000, con trasmettitori e ricevitori nuovi con larghezza di banda straordinaria di 180 mHz che dovrebbero dare una grossa mano a chi deve operare nel contesto che abbiamo tracciato sopra.”